UNO STRAORDINARIO DIPINTO IN DEPOSITO DA FONDAZIONE COMUNITARIA DEL LECCHESE A VILLA MONASTERO

L’importante tavola dipinta, di proprietà della Chiesa di Nava della Parrocchia di Colle Brianza, raffigura un’inconsueta Allegoria eucaristica risalente circa alla metà degli anni Sessanta del Cinquecento e, grazie a studi recenti condotti dal professor Andrea Spiriti, risulta ascrivibile all’ambito cretese veneto.

Il dipinto verrà ospitato per tre anni nel museo di Villa Monastero di Varenna grazie all’accordo tra la Fondazione Comunitaria del Lecchese e la Provincia di Lecco; la collocazione è stata indicata dalla competente Soprintendenza.

L’opera è stata restaurata grazie al sostegno della Fondazione, che ha deciso di depositarla temporaneamente nel museo di Villa Monastero per metterla a disposizione della comunità e dei numerosi visitatori che la frequentano.

Il restauro, curato da Sonia Bozzini con la direzione di Ilaria Bruno della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio, che ha seguito insieme al conservatore del museo Anna Ranzi la nuova collocazione del dipinto, ne ha consentito una migliore lettura, che permette un’adeguata interpretazione dell’opera.

“Ci ritroviamo qui a Villa Monastero in tanti, volti conosciuti, per scoprire insieme un dipinto. In questo tempo fragile e difficile il bisogno di bellezza accanto ad altri bisogni sicuramente è primario.
Una storia lunga e complessa quella della tavola di Nava, una fondazione la nostra che ha preso a cuore la sua storia e ha deciso di prendersene cura.
Gli indirizzi delle aree filantropiche e strategiche della Fondazione Cariplo sono : arte e cultura, servizi alla persona, ambiente e ricerca scientifica e tecnologica.
Arte e cultura, conservazione del patrimonio storico artistico del Paese: tutto in regola con la storia della nostra Fondazione da sempre attenta alle opere da scoprire e salvare.
L’arte non dimostra ma mostra, l’arte evoca, apre squarci, rimanda e tiene insieme. Spalanca e ci obbliga ad ampliare lo spazio rendendo il mondo (malato e in guerra) meno ripiegato su se stesso, capace di ricerca, di attesa e di stupore. Lo stesso stupore che ci prende ammirando questa tavola del cinquecento così intrigante.
L’arte e la cultura creano appartenenza, la alimentano.
Le fondazioni di comunità vivono di questa appartenenza attraverso un patrimonio oltre che economico anche relazionale che sviluppa alleanze oggi bene prezioso.
Ci siamo presi cura di un’opera di una comunità, di una parrocchia, ricordo l’incontro con don Alberto nel mese di maggio 2021 nella sagrestia della chiesa di Nava, poi le telefonate con Sonia Bozzini la restauratrice, le procedure da rispettare richieste dalla soprintendenza per salvaguardare l’opera ecct.
Oggi la tavola è qui, una tappa di un viaggio che la riporterà nel tempo alla sua comunità. Ci ritornerà ancora più bella perché ammirata da tanti visitatori, guardata. Un’opera salvata diventa un bene per tutti.
La storia della Fondazione comunitaria del Lecchese è una grande storia proprio perché accanto alla Fondazione Cariplo tocca con mano quanto sia ricco il nostro territorio e allenato a declinare comuni indirizzi strategici per realizzare ambiziosi progetti. (Ferrate, giovani, fondo per ospitalità Ucraina…)
La cultura del dono innesca sempre un meccanismo virtuoso, a volte inaspettato.
Ora siamo qui tesi e un po’ curiosi ad ascoltare le parole del prof.Spiriti per scoprire meglio e gustare l’opera.
Grazie a tutti, in particolare ad Anna Ranzi”

Maria Grazia Nasazzi, Presidente Fondazione comunitaria del Lecchese

Comincia a scrivere e premi Invio per cercare