Concorso di idee “Officina Badoni 2030” – La sintesi dei contenuti dei 10 progetti presentati

Doposcuola e svago, aree all’aperto rivolte alla città e sale eventi all’interno, corsi di formazione e laboratori di robotica, sportelli di ascolto e hub “collettori” di informazioni e servizi, accessi alla mobilità internazionale e persino locker di valigie associato alla vicina stazione. L’idea di uno spazio fisico – perfettamente incuneato tra la stazione, il centro città e le realtà scolastiche e universitarie – e la possibilità di poter offrire progettualità e sottolineature valoriali ha “ingaggiato” moltissime realtà cittadine e provinciali: 23 soggetti, di cui 15 realtà no profit, per 10 distinti progetti.

Tutti hanno avuto modo di rappresentare idee specifiche e suggestioni peculiari: in pratica, di proiettare i loro elementi costitutivi sulla pagina bianca (e tutta da scrivere) che è oggi Officina Badoni. Non tutto si realizzerà, ma tutto oggi dà il senso di uno spazio già avvertito come “necessario” e dall’altissimo potenziale.

Tutti i progetti, peraltro, hanno anche individuato due temi fondanti. Anzitutto, il bisogno di spazi fisici inerenti il tema giovanile ed educativo. Secondo, e più importante, la necessità di offrire ai giovani servizi integrati, di riunire anche fisicamente le tante opportunità, informazioni, momenti di confronto e formazione che si presentano oggi come mosaici spezzati, suddivisi su spazi e modalità divergenti. Tra le parole chiave che è possibile rintracciare in tutti i progetti, “spazi” (quelli che mancano in città per la galassia giovanile), accenni maggiori alle “esperienze” che non alle “competenze”, le logiche di “confronto” e “aggregazione”, e ovviamente il tema fondante di “progettualità” che siano percorsi duraturi, e non semplici conseguimenti di skills.

Veniamo alle singole proposte.

Anzitutto, sono gli studenti PoliMi-Polo di Lecco iscritti al corso di ingegneria edile architettura a ravvisare nel Broletto “un luogo simbolo della coscienza studio/lavoro storicamente sviluppata a Lecco: un simbolo dimenticato, ma dal potenziale enorme”. Come rilanciarlo? I ragazzi propongono la creazione di un gruppo Fondazione Comunitaria Young, coinvolto nella gestione di tre livelli di offerta: un bar-caffetteria per svago e confronto, un piano di sale eventi ed esposizioni col marchio della creatività, un nucleo polifunzionale per corsi e formazione. In più, l’area antistante come “amplificatore delle attività interne rivolto alla città”.

Del tutto orientata alla complessa tematica del matching è invece la proposta di Federmanager Lecco, che punta il dito sulla “possibilità di un vasto panorama di rapporti con tutti i soggetti che intervengono in un percorso di formazione e di approccio al mondo del lavoro: docenti, genitori, psicologi, professionisti, università, associazioni imprenditoriali di industriali ed artigiani, sindacati, istituzioni pubbliche, associazioni di volontariato e no profit”.

Muove i passi dalla stessa complessità legata al “mismatch domanda e offerta di lavoro”, l’analisi di Fondazione Luigi Clerici, che vira però subito su una progettualità a chiara impronta tecnologica e digitale. Il tutto, in “uno spazio aperto e a servizio del territorio, dove poter approcciarsi alle nuove tecnologie in maniera sia ludico-ricreativa che educativa. Uno luogo dove cimentarsi con laboratori di Robotica, Coding, Realtà Virtuale e Aumentata, Videoediting, Grafica, Videogame, Storytelling, Musica digitale”.

Sottolinea invece le necessità psicosociali degli under 25 locali la relazione di Acea Onlus Odv. “Questo delicato periodo storico-sanitario ha messo a dura prova soprattutto quella fascia di età che si è vista limitata nel suo processo di crescita personale. Il Covid-19 ha acutizzato molte delle fragilità preesistenti in questa fascia di età sul territorio di Lecco: ragazzi che crescono in quartieri-ghetto, in condizioni di evidente svantaggio sociale, segnati da una mancata inclusione, che tra di loro si fanno forza creando dinamiche di branco che promuovono la rabbia sociale”. Tra le soluzioni proposte, “lo sportello di ascolto composto da professionisti del settore della psicologia, per dare uno spazio di confronto ai giovani, un posto nel quale possono esprimere i propri dubbi e le proprie preoccupazioni”.

Guarda invece alle opportunità internazionali Les Cultures, con la fascinazione di “uno spazio aperto 7 giorni su 7, da mattina a sera, con un’ampia possibilità di fruizione libera degli spazi, in grado di offrire un catalogo di corsi di formazione ampio e un ricco calendario di eventi. Uno spazio che, grazie alle connessioni sviluppate nell’ambito della progettazione europea con oltre 10 paesi, possa rappresentare un’occasione di accesso per i giovani di lecco alle opportunità di mobilità e formazione offerte dall’Unione Europea”.

Ancora diversa è la sottolineatura della onlus meratese Portofranco. “Nella realtà lecchese, il vero aiuto agli studenti non è solo curare il tempo extrascolastico, ma condividere lo studio e le problematiche esistenziali: in questa particolare situazione, i ragazzi esprimono una difficoltà nello studio, un insuccesso con conseguente dispersione scolastica”. La proposta è quella di aggiungere “un servizio di buon livello nello studio delle varie materie condiviso tra volontari e studenti, ma anche di essere un luogo accogliente in cui la persona, se lo desidera, può portare preoccupazioni, speranze, difficoltà e progetti di vita”.

Aderenti tra loro le due visioni offerte da Comune di Lecco e Consolida. L’amministrazione del capoluogo individua “la necessità di un hub territoriale per l’innovazione sociale che parta dai giovani e dalla loro visione di futuro, uno spazio ibrido dove poter essere protagonisti anche nella gestione degli spazi temporanei” e, in generale, l’opportunità di trasformare l’Officina in “luogo di ricomposizione delle offerte per i giovani del territorio (siano esse nazionali, europee, lavorative o esperienziali, alternando presenze di soggetti promotori come Informagiovani, Sineresi, Living Land, CSV, etc)”. Consolida riconosce, mutatis mutandis, la stessa esigenza di un “Living lab”, “uno spazio centrale, bello ed attrezzato dove realizzare percorsi formativi di gruppo, incontri individuali, laboratori esperienziali rivolti ad adolescenti e giovani” sul modello degli attuali Living Land e Informagiovani. Non solo. Anche, più prosaicamente, “uno spazio studio e di appoggio per gli studenti adolescenti”, “uno spazio informativo in centro città rivolto ai più giovani”, “un luogo dove far incontrare soggetti diversi (imprese profit e non, scuole, università, associazioni, Fondazione comunitaria, enti pubblici, gruppi di giovani)”, e “uno spazio che offra servizi per i turisti (locker valige, bike sharing, parcheggio bici, punto informativo) in prossimità della stazione”.

Autonomamente, Carolina Pavanello propone due suoi “cavalli di battaglia”: due laboratori per adulti e bambini dedicati ad arte e cultura.

Infine, la rete di realtà del Terzo settore capitanata da Centro formazione professionale Consolida, con l’idea di “forme di aggregazione incentrate sul compito, realizzazione di progetti e autoproduzioni artigianali, la condivisione di esperienze e cultura mediata dal fare e dal fare esperienza”, senza dimenticare “un’applicazione progettuale della tecnologia digitale”.

Lecco, 25 novembre 2021

 

 

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